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L’Europa si incontra alla Majon di Fascegn per discutere di digitalizzazione e cultura


Dal 26 al 28 marzo, nella sede dell’Istitut Cultural Ladin “majon di fascegn” si è tenuto un incontro di lavoro per i membri del progetto europeo Horizon DIGICHer, che hanno lavorato per proseguire il percorso di elaborazione di metodologie e pratiche per la digitalizzazione dell’eredità culturale delle comunità di minoranza. Il progetto DIGICHer, che comprende università, archivi, associazioni e istituzioni culturali, si avvale dell’operato di diversi gruppi di lavoro sparsi per tutta l’Europa, che di tanto in tanto hanno bisogno di incontrarsi personalmente per confrontarsi e coordinarsi. Dopo essersi già riunito a Rovaniemi in Finlandia e a Vilnius in Lituania, il team di DIGICHer questa volta è giunto in Val di Fassa.

Questo progetto ha l’obiettivo di focalizzare la ricerca sulla digitalizzazione del patrimonio culturale, un ambito che nel quadro della transizione digitale diverrà di sempre maggior importanza. Attraverso il confronto con tre comunità di minoranza – gli Ebrei d’Europa, i Sámi del Nord della Finlandia, e per l’appunto i Ladini – i rappresentanti delle università e delle istituzioni culturali che partecipano a DIGICHer si propongono di elaborare metodologie di digitalizzazione per le diverse forme di cultura che siano utili, inclusive e rispettose delle comunità a cui queste culture appartengono, da poter poi applicare anche nei casi di altre minoranze. Per fare ciò, c’è bisogno di competenze in molti e diversi settori: durante i giorni di lavoro sono stati presentati contributi da parte del gruppo che si occupa delle questioni giuridiche poste dalla salvaguardia del patrimonio culturale, come quella del copyright del materiale digitalizzato; da parte del gruppo che si occupa di individuare gli strumenti informatici e tecnologici più adeguati per l’opera di digitalizzazione; del gruppo che si occupa della comunicazione e della divulgazione della ricchezza immagazzinata negli archivi digitali; di quello che si occupa della partecipazione delle minoranze nel processo di digitalizzazione, e del gruppo di coordinamento. Inoltre, i rappresentanti delle tre comunità di minoranza hanno potuto presentare le loro modalità di gestione dei progetti di digitalizzazione già in corso, e pronunciarsi su quanto elaborato dagli altri gruppi di lavoro. In questo modo, le minoranze hanno potuto sfruttare le competenze accademiche degli esperti nei vari settori, e, di rimando, anche i ricercatori hanno potuto avvalersi dell’esperienza e dai pareri di chi lavora quotidianamente per salvaguardare e stimolare le culture di minoranza.

DIGICHer-meeting Majon di Fascegn [
Istitut Cultural Ladin “majon di fascegn”]

Alla fine delle giornate di lavoro l’Istitut Cultural Ladin ha organizzato ulteriori attività per far conoscere la Val di Fassa agli ospiti di DIGICHer, che provenivano dall’Italia, dalla Finlandia, dalla Lituania, dalla Germania, dal Belgio, dai Paesi Bassi. Tutti hanno quindi visitato il museo della Gran Vera a Moena, grazie anche ai volontari dell’associazione Il fronte dei ricordi, e l’ossario militare del Pordoi; due luoghi che ricordano un’epoca in cui l’Europa era divisa dalla guerra, al giorno d’oggi tornato attuale e di monito per chi lavora, in un quadro di collaborazione europea, affinché ogni popolo sia rispettato. Venerdì mattina il gruppo ha invece potuto visitare, a Canazei, l’archivio fotografico di Franz Dantone Pascalin, assieme al proprietario Lorenzo Dezulian e al fotografo Davide Baldrati. Le fotografie scattate da Pascalin negli ultimi decenni dell’Ottocento mostrano il rapporto tra comunità e ambiente, e hanno permesso agli ospiti europei di conoscere meglio la minoranza ladina.

Il progetto DIGICHer continuerà con le attività dei vari gruppi di lavoro, e a settembre prevede un altro incontro plenario a Jena, in Germania.

(S.Ra.)



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