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Imposta di soggiorno, le imprese del turismo chiedono il rispetto della legge: “Non può essere bancomat”


C’è preoccupazione tra gli operatori per il riaccendersi della discussione sulla destinazione del gettito dell’imposta di soggiorno. Questa la posizione espressa in termini condivisi da Federalberghi, Confindustria Alberghi e Assohotel alle notizie circolate in questi giorni, concernenti la proposta di consentire ai comuni di utilizzare l’imposta di soggiorno per il finanziamento delle spese correnti.

“Da anni – evidenziano gli operatori dell’industria dell’ospitalità – le imprese attendono che vengano resi effettivi i principi sanciti dalla legge istitutiva dell’imposta di soggiorno, una tassa di scopo  destinata a finanziare interventi in materia di turismo a sostegno di un settore che contribuisce alla economia ed alla occupazione del territorio”. 

“Malgrado questo le imprese del turismo e i turisti sono viste meramente come un bancomat”, è il monito lanciato dai rappresentanti dell’hotellerie. “A chi ha la responsabilità di definire la politica nazionale, chiediamo di tutelare il settore e investire per la competitività delle imprese e dei territori”.

Il tema interessa da vicino anche Taormina, capitale siciliana del turismo, dove l’Associazione Albergatori ha sottolineato già da diversi anni la necessità di un impiego dei proventi dell’imposta di soggiorno in linea con le previsioni della normativa vigente e con interventi finalizzati a sostenere le politiche del turismo.

Nell’anno appena trascorso, tra l’altro, a Taormina il gettito dell’imposta di soggiorno finito nelle casse del Comune è stato, infatti, il migliore di sempre, con 4,6 milioni di gettito, da quando (nel 2013) venne istituito il balzello a carico dei visitatori che pernottano nelle strutture della capitale siciliana del turismo.



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