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Le orchidee: una fragile meraviglia



LANGHE In primavera, passeggiando per la Langa, è possibile imbattersi in meraviglie del mondo vegetale, le fioriture delle orchidee spontanee. In zona, il principale studioso del tema è Oreste Cavallo, per lungo tempo professore alla scuola enologica e collaboratore attivo del museo Eusebio. A seguirne le orme è stato il figlio Roberto, attuale assessore albese all’ambiente. Padre e figlio, nel 1993, hanno dato alle stampe la Guida alle orchidee spontanee delle Langhe, edita dall’associazione Amici del museo Eusebio.

Come ha spiegato Roberto, «se diamo per assodato che la complessità genetica dia come risultato una maggiore evoluzione, le orchidee appartengono a una famiglia botanica in cima alla piramide evolutiva del mondo vegetale. Tra gli animali, tale posto è occupato dall’uomo. Trovandosi all’apice della catena, le orchidee sono le specie più sensibili al cambiamento climatico. Assistiamo, negli ultimi anni, a un mutamento nell’orchidoflora, in particolare il genere Serapias sta colonizzando le Langhe. Le fioriture sono sempre più anticipate: ora sono comuni ad aprile, mentre un tempo occorreva attendere maggio».

Con l’attuale situazione ambientale, «le orchidee corrono due rischi. Il primo è legato all’impollinazione: a differenza di altre piante, spesso soltanto una determinata specie di insetti può compierla. Il genere Gimnadenia, ad esempio, è impollinato soltanto da una farfalla. Di conseguenza, la scomparsa di tali insetti mette a rischio le stesse orchidee». Il secondo fattore di rischio «riguarda le piante con le quali vivono in simbiosi. Se sono in sofferenza, lo saranno pure le orchidee. Riassumendo, le orchidee nelle Langhe vivono una doppia tensione: da un lato le specie mediterranee migrano verso le colline dell’entroterra, dall’altro l’ambiente locale rischia di mettere a seria prova la sopravvivenza delle specie che già erano presenti».

Tra le più comuni orchidee c’è l’Orchis purpurea. Il nome del genere e della famiglia richiama dal greco la forma dei tuberi, che crescono appaiati e ricordano dei testicoli.

Osservare la fioritura delle orchidee è possibile anche ad Alba, «se ne trovano diversi esemplari a Santa Rosalia, Madonna di Como, lungo il Seno d’Elvio. Dove la viticoltura fa un uso limitato di diserbanti, possono essere incontrate pure in mezzo ai filari. Per vederne in abbondanza, occorre però spostarsi più in su, magari a Montelupo in via Ballerina, o lungo il nuovo sentiero del Dolcetto tra Rodello, Diano e Montelupo». Ad Alba, all’Eusebio «la nuova sezione di botanica presenta una parte di approfondimento sulle orchidee. Il museo è uno scrigno pazzesco da valorizzare, l’assessora alla cultura Caterina Pasini sta lavorando per questo. Visitandolo, i turisti saranno invogliati a visitare i dintorni alla ricerca dei fiori. La città, in questo caso, deve comportarsi come un tappeto elastico».

d.ba.

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