Il settore del risparmio gestito, in Italia, mostra segnali di tenuta e una bassa vulnerabilità: la sua struttura contribuisce a mitigarne i rischi, dato che circa il 90% del patrimonio è gestito in fondi chiusi, che non prevedono la possibilità per l’investitore di riscattare il capitale in qualsiasi momento. Questo riduce sensibilmente il rischio di corse ai riscatti in momenti di turbolenza. Lo spiega il rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato da Banca d’Italia.
Nel primo trimestre del 2025, la raccolta netta dei fondi comuni è rimasta positiva, a conferma della fiducia degli investitori, pur in presenza di deflussi contenuti nei primi giorni di aprile a seguito dell’annuncio di nuovi dazi statunitensi. Tuttavia, il patrimonio complessivo dell’industria si è leggermente ridotto, attestandosi a 643 miliardi di euro a marzo, a causa della correzione dei mercati finanziari.
A guidare la raccolta sono stati soprattutto i fondi obbligazionari e monetari, che beneficiano di un contesto di tassi in graduale discesa. Anche i fondi Esg (ambientali, sociali e di governance) hanno registrato flussi in entrata, seppure con volumi più contenuti.
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