RICCI A CIVITANOVA: “PEDALIAMO INSIEME PER LE MARCHE DEL FUTURO”


Matteo Ricci ha fatto tappa a Civitanova Alta per la terza iniziativa de La Primavera delle Marche, la sua campagna elettorale verso la presidenza della Regione. Con una bici sul palco e il “pane antifascista” di Ascoli come simboli, Ricci ha illustrato la sua visione per il futuro: “Non vogliamo solo crescita in quantità, ma in qualità. L’obiettivo è avere la più alta qualità della vita in Europa”.

Al teatro Annibal Caro pieno in ogni ordine di posti(una decina le persone che non sono potute entrare )davanti a esponenti del PD locale e provinciale e a cittadini , Ricci ha ribadito la necessità di “invertire la rotta di una regione ormai marginale”, puntando su sanità pubblica, la destra vuol sostituire la sanità pubblica con quella privata e in questi 5 anni ognuno sa che la sanità è’ peggiorata,le liste d’attesa fortemente aumentate e le visite private sono proliferate a dismisura, un marchigiano su dieci rinuncia a curarsi perché non ha soldi per farlo e questo è’ inaccettabile ,ricostruzione, sostegno alle imprese e ai territori interni. “Non possiamo continuare a nascondere il declino sotto il tappeto della propaganda. Una regione che perde un’azienda ogni 35 minuti è una regione che ha bisogno di visione e coraggio”.

Forte anche la critica al centrodestra: “Acquaroli va a Roma solo per dire ‘sì, signore’, e non per difendere gli interessi delle Marche. E Saltamartini? Nemmeno con un tutor riescono a farne un assessore alla sanità”.
Ricci e’ stato interrotto più volte da applausi di consenso.
Ricci ha presentato un piano concreto per il ripopolamento delle aree interne: “Cinque misure: contributo a fondo perduto per giovani coppie, trasporti gratuiti, sito internet gratuito, incentivi per medici e sostegno alle scuole pluriclassi”. E per trovare le risorse: “Chiudo carrozzoni come l’ATIM che costa 12 milioni e non serve a nessuno e la SVEM che non ho ben capito cosa fa”.

Infine, sulla sicurezza: “La toglieremo dalle grinfie della propaganda. Le Marche devono diventare la regione più sicura d’Italia, con un sistema di sorveglianza integrato e intelligente”.

L’appello finale è stato chiaro: “Non mi spaventa la forza della destra. Ci proveranno con ministri e sottosegretari, ma noi siamo fieri di essere gente di provincia. E proprio da qui, con passione e concretezza, faremo ripartire le Marche”. Alla fine tutto in piedi con un prolungato applauso che ha suggellato un clima di forte positività .







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