Innovazione, 50 miliardi alle imprese


È già stato definito il Pnrr di Intesa Sanpaolo: ieri mattina, nella sede di Confindustria Como, è stato presentato l’accordo quadriennale “Investimenti, Innovazione, Credito”, sottoscritto dal numero uno degli industriali lariani, Gianluca Brenna, e da Daniele Pastore, direttore regionale Lombardia Nord Intesa Sanpaolo.

L’iniziativa mette a disposizione a livello nazionale un plafond di 200 miliardi di euro (50 miliardi per le imprese lombarde), fino al 2028, con l’obiettivo di sostenere modelli produttivi innovativi, la transizione 5.0 e l’adozione dell’intelligenza artificiale.

La conferma

L’accordo era stato sottoscritto lo scorso gennaio a livello nazionale e si inserisce in un percorso di collaborazione tra le due istituzioni avviato nel 2009, che ha visto l’erogazione di 450 miliardi di euro in quindici anni a favore del sistema produttivo nazionale.

La presentazione è stata anche l’occasione di un focus sulla situazione economica provinciale.

Marcella Panzeri, consigliere incaricato Area Economia di Confindustria Como, ha introdotto i lavori auspicando che i benefici dell’accordo non siano soltanto di poche grandi imprese, ma anche «delle intere filiere e delle piccole e medie, realtà innovative e startup da accompagnare nella crescita e nello sviluppo a livello nazionale e internazionale».

«Da oggi – ha ricordato Panzeri – gli associati a Confindustria Como hanno una corsia preferenziale in un percorso di cambiamento».

«Il rinnovato accordo con Confindustria – ha confermato Daniele Pastore – ci permette di rafforzare il sostegno al tessuto produttivo comasco, caratterizzato dalla presenza di Pmi dinamiche che rappresentano una componente essenziale delle filiere e dei distretti industriali del Paese».

È stata poi analizzata l’attuale situazione di incertezza che non si vedeva dal periodo pandemico. Uno status dovuto a tre fattori principali, ovvero l’aumento del debito globale, i conflitti internazionali, che portano anche a un aumento della spesa per la difesa militare, e il cambiamento della politica commerciale americana. Le buone notizie riguardano però i costi dell’energia, che dovrebbero abbassarsi ancora, almeno per il gas, e il previsto nuovo taglio dei tassi da parte della Bce. Le stime parlano di un Pil che chiuderà con una crescita dello 0,7% nel 2025 e dell’1% nel 2026, trascinato dai fondi ancora da spendere del Pnrr.

Lo spaccato comasco vede un’alta propensione ancora verso l’export, con un peso importante del mercato americano per i settori del mobile e della meccanica in particolare. Affari per 444 milioni di euro verso gli Usa, 6,7% dell’export, quinto sbocco commerciale delle aziende del territorio dopo Germania, Francia, Svizzera e Regno Unito. Per il futuro – ha spiegato Carla Saruis, del Research Department di Intesa Sanpaolo – le parole d’ordine dovranno essere diversificazione, sostenibilità e innovazione.

Il contesto

«L’Accordo – ha spiegato Gianluca Brenna – rappresenta uno strumento importante in linea con la nostra visione di politica industriale di medio-lungo periodo. Oggi le imprese sono impegnate in molteplici transizioni per le quali dovranno mettere in campo sforzi enormi. Dobbiamo lavorare insieme su alcuni capitoli chiave. Di grande importanza anche l’attenzione al benessere e all’equità sociale, da perseguire anche attraverso il Piano per l’Abitare Sostenibile proposto da Confindustria».



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