“L’economia irpina è sempre più in difficoltà: nell’ultimo anno è diminuito il tasso di natalità dellenuove imprese, sono crollate le esportazioni e aumentate notevolmente le ore di cassa integrazione”. Così Giuseppe Marinelli, presidente provinciale di Confesercenti Avellino.
“L’analisi del Centro Studi Tagliacarne – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria –, istituto che fa riferimento a Unioncamere, sugli indicatori congiunturali del territorio delinea un quadro piuttosto preoccupante, che conferma le tendenze già emerse in altri rapporti. In una cornice di ristagno economico generale del sistema Paese, in provincia di Avellino si evidenziano criticità aggiuntive.
In particolare, si registra una flessione dell’1,5% sul numero delle imprese attive (a fronte di un -0,8% di media nazionale), tra il mese di marzo 2025 e lo stesso periodo dell’anno precedente e il tasso di natalità imprenditoriale nel 2024 resta molto basso, collocandoci negli ultimi posti della graduatoria nazionale, precisamente al 93°, peggiorando la già poco brillante performance del 2023, anno nel quale l’Irpinia era situata all’86° posto.
Il numero di ore di cassa integrazione guadagni tra il 2024 e il 2023 è aumentato del 40,7%, quasi il doppio dell’indicatore nazionale che si attesta su un incremento del 21,1%.
Uniche note positive, come abbiamo già avuto modo di rilevare, riguardano le start up innovative e le imprese femminili che sono in aumento, permettendo così un parziale recupero dei ritardi accumulati in passato.
Potrà sembrare paradossale, ma anche il tasso di occupazione ufficiale risulta in aumento del 3,6%, ma va precisato che il rilevamento sulle forze di lavoro registra qualunque variazione tra le persone comprese tra i 15 e 89 anni che nella settimana di riferimento hanno svolto almeno un’ora di lavoro a fini di retribuzione o di profitto, compresi i coadiuvanti familiari non retribuiti oppure le persone temporaneamente assenti dal lavoro.
Significativo, in termini negativi, è invece il dato delle esportazioni dei prodotti irpini, che tra il 2024 e il 2023 diminuiscono del 13,1%, a fronte di una media nazionale che si attesta a -0,4%, confinandoci al 95° posto della classifica nazionale. Un elemento ancora più preoccupante se si considera l’effetto che in prospettiva potrà avere la guerra dei dazi intrapresa dal governo degli Stati Uniti, con il rischio di un’ulteriore compressione, anche se il mercato d’Oltreoceano è considerato fertile per alcuni prodotti tipici del comprensorio”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link