PORDENONE – A ottenere il reddito di emergenza, elargito durante il Covid per sostenere famiglie e imprese in difficoltà, erano stati anche diversi pakistani e bengalesi richiedenti protezione internazionale e già assistiti nell’ambito del programma di accoglienza. Nella lista della Guardia di finanza di Pordenone erano finiti in 95: avevano percepito, senza averne i requisiti, complessivi 180mila euro. Si trattava di importi inferiori a 3.300 euro, pertanto erano state contestate sanzionati soltanto a livello amministrativo (sanzioni che, secondi i calcoli, avrebbero permesso di incassare 500mila euro). Contro le ingiunzioni di pagamento notificate dalla Prefettura avevano fatto ricorso una decina di migranti seguiti dagli avvocati Matteo Moretto e Fabrizio Martin. Se le opposizioni inizialmente sono state respinte, adesso da parte del giudice di pace vi è un altro orientamento: è stata infatti condivisa una sentenza del Consiglio di Stato che valorizza l’esimente della buonafede, come causa di esclusione della responsabilità amministrativa, quando da parte del trasgressore vi è il convincimento di non violare la normativa.
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