A cinque anni in media chi ha puntato sui prodotti specializzati ha raddoppiato il capitale. Ma i migliori gestori arrivano fino al 192%. Difesa e lusso tra gli obiettivi. E se tornano i Pir…
Piazza Affari soffre i dazi, ma pur in un contesto di significativa instabilità globale, potrebbe continuare a fare bene. Il bilancio dei fondi è buono, anche a breve termine. Chi avesse investito negli specializzati sul nostro listino cinque anni fa in media ha raddoppiato il valore del suo patrimonio (105%, ma l’indice ha fatto meglio con un 111%). I migliori fondi, però, a cinque anni rendono fino al +192% di Lemanik, mentre a un anno i risultati migliori vanno dal 19% al 24%. Che cosa spinge il listino? Luigi Dompè, responsabile azionario Italia di Anima Sgr (due fondi in classifica che offrono oltre il 50% a tre anni) pensa alle valutazioni relative del mercato, che si mantengono ancora a sconto rispetto al resto d’Europa e a quello Usa, alla parziale implementazione del Pnrr, ai segnali incoraggianti che giungono dal mercato del lavoro, e alla svolta fiscale in Germania di cui l’Italia potrà beneficiare come primario esportatore. Secondo Andrea Scauri, gestore azionario Italia di Lemanik (9,8% da gennaio e 24% a un anno), è probabile che a breve termine le borse siano caratterizzate da un’alta volatilità che, aggiunge il manager, grazie ad un attento stock picking, permetterà di cogliere opportunità su titoli di qualità penalizzati. Scauri continua a restare costruttivo sulla difesa mentre sul bancario è molto selettivo e sta valutando le utilities, penalizzate negli ultimi anni dall’andamento dei tassi, in un’ottica di possibile rotazione settoriale.
Lusso, banche, telco
Proprio il settore delle utilities e delle infrastrutture è ritenuto interessante da Timothy Pedroni, gestore del fondo Schroder ISF Italian Equity (+19,8% a un anno, +132% a cinque anni): alla luce del recente choc tariffario si aspetta un’ulteriore sovraperformance di questi titoli che sono difensivi, data la correlazione positiva con i tassi più bassi, i flussi di cassa, i dividendi molto visibili e il contesto normativo favorevole. A Pedroni piacciono anche il settore finanziario, soprattutto per le cedole generose e le promesse di buyback, che dovrebbero sostenere le quotazioni anche nel caso di un percorso di riduzione dei tassi più rapido da parte della Bce, e il settore It. Dompè segue i finanziari e su alcuni titoli del lusso, oggi penalizzati dalle tensioni commerciali, ma che possono beneficiare di una domanda resiliente e di un’elevata redditività . Inoltre predilige le società più esposte ai business domestici o europei. Tra i titoli che meglio incorporano le qualità e caratteristiche ricercate nella selezione di investimento Dompè cita Telecom dove l’ingresso nel capitale di Poste e il dialogo aperto con Vivendi per una razionalizzazione dell’azionariato aprono interessanti prospettive. Tra i finanziari Fineco è attualmente la sua prima scelta, in quanto realtà meglio posizionata per affrontare la trasformazione digitale che interessa credito e dell’asset management. Un buon esempio dell’applicazione del processo d’investimento di Pedroni è poi Leonardo, il principale fornitore italiano di servizi aerospaziali e di difesa. I vertici hanno mostrato di voler attuare una svolta aziendale, risolvendo molti dei problemi operativi, di governance e di finanziamento che avevano afflitto la società per anni.
Un occhio ai Pir
Scauri (Lemanik) guarda con grande attenzione a DoValue, società che opera nella gestione di portafogli Npl, a Danieli, player mondiale nella costruzione di impianti a bassa emissione di CO2 per l’industria siderurgica e a Newlat Food, una mid cap agroalimentare che, dopo l’acquisizione dell’inglese Princes, tratta ad un free cash flow yield estramamente interessante. A proposito di small e mid cap, Scauri segue le aziende che meritano multipli più alti, in quanto ben gestite, con modelli di business vincenti ed in grado di mostrare crescite importanti nel tempo. Anche Dompè è moderatamente costruttivo sul segmento delle small-mid cap, anche se il recupero potrebbe non essere né rapido né omogeneo. Un fattore favorevole, secondo l’analisi del manager di Anima Sgr potrebbe essere rappresentato da un eventuale ritorno in auge dei Pir, a loro volta supportati dagli importanti incentivi fiscali connessi allo strumento, o da ulteriori soluzioni a sostegno degli investimenti in queste aziende. Pedroni, infine, segnala come la correlazione positiva tra il calo dei tassi della Bce e la sovraperformance delle small cap suggerisca di ricercare una maggiore esposizione alle società piccole in questa fase.
2 giugno 2025
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