Spese scolastiche e sportive, per quanto tempo conservare le fatture


Conservare le ricevute inerenti alle spese scolastiche e a quelle sportive è importante per la gestione oculata del proprio budget personale e familiare. È fondamentale inoltre per le detrazioni fiscali, per i rimborsi, per eventuali controversie legali o semplicemente per avere un archivio ordinato delle spese che si effettuano. Per quanti anni, dunque, vanno conservati tali pagamenti?

Spese sportive, come ottenere lo sconto sulle tasse

Chi ha dei figli di età compresa tra i 5 e i 18 anni e li iscrive in una palestra, una piscina o a un corso sportivo come quelli di karate, calcio o altri sport, può ottenere uno sconto sulle tasse.

Si tratta di detrazioni fiscali grazie alle quali è possibile ridurre l’importo Irpef ovvero l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Tale detrazione è uguale al 19% delle spese ma fino a un massimo di 210 euro.

Significa che lo sconto massimo che si può percepire è di circa 40 euro. Nel caso si abbiano più figli, si potranno detrarre le spese per ciascuno di loro ma sempre entro i limiti previsti.

Il Ministero delle politiche giovanili insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze con un decreto sulla detrazione per spese di iscrizione a strutture sportive emanato il 28 marzo 2007 ha spiegato che non tutte le strutture sportive valgono per avere la detrazione.

Devono essere infatti:

  • società sportive dilettantistiche che riportino nella denominazione la finalità sportiva e la natura dilettantistica;
  • piscine, palestre o impianti sportivi non professionali agonistici o non agonistici gestiti da soggetti pubblici o privati anche in forma di impresa.

Il contribuente per dimostrare le spese dovrà conservare le ricevute o le fatture rilasciate dalla struttura che dovranno contenere:

  • il codice fiscale di chi effettua il pagamento;
  • l’importo pagato;
  • il nome e l’indirizzo della società o della palestra;
  • il nome del minore che fa sport;
  • l’attività svolta.

Per quanto tempo conservare le ricevute

Ma allora per quanto tempo vanno conservate le ricevute e perché è raccomandabile farlo?

Dichiarazione dei redditi

Le ricevute inerenti alle spese sportive andrebbero conservate per almeno 5 anni ovvero fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello della dichiarazione per eventuali controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Se la documentazione si cestina prima di tale arco temporale e l’Agenzia effettua un controllo, c’è infatti il rischio di dover restituire le detrazioni ottenute e pagare delle sanzioni.

Ecco un esempio:

Giacomo iscrive la figlia di 10 anni a un corso di nuoto da settembre a giugno 2024 e paga 180 euro. La ricevuta è intestata a lui e contiene tutti i dati richiesti. La inserirà quindi nella dichiarazione dei redditi del 2025 e dovrà conservarla per almeno 5 anni.

Prova di pagamento

Oltre che per fruire della detrazione nel Modello 730, le ricevute dei corsi sportivi si dovrebbero conservare perché dimostrano di aver pagato effettivamente quel servizio. Nel caso nel futuro ci fosse una contestazione da parte della palestra, sono infatti l’unico documento che può tutelare chi ha effettuato il pagamento.

Senza la ricevuta, inoltre, non è possibile far valere il proprio diritto al rimborso, ad esempio per alcune iscrizioni annuali o quote di abbonamento che prevedono delle clausole di recesso.

Ecco un esempio:

Giacomo paga l’abbonamento della palestra della figlia ma la struttura sostiene di non aver ricevuto il denaro. Grazie alla ricevuta di pagamento, Giacomo può dimostrare di aver già versato la quota che gli spettava.

L’importanza per il budget

Le ricevute servono poi a tenere traccia del proprio bilancio familiare, fondamentale per sapere quanti soldi si spendono ogni anno per determinate attività come sport, salute e scuola e gestire al meglio il budget.

Chi conserva le prove di pagamento può infatti:

  • verificare se un’attività sportiva costa troppo rispetto al proprio piano di spesa;
  • confrontare i prezzi sostenuti con quelli dell’anno antecedente per capire se ci sono state variazioni eccessive.

Ricevute spese scolastiche

L’Agenzia delle Entrate comunica che con l’articolo 1, comma 151 della legge numero 107/2015 sono state modificate le regole per la detrazione delle spese scolastiche in quanto sono state distinte da quelle universitarie.

Esse riguardano infatti i costi per l’istruzione sostenuti per la frequenza di:

  • scuole di infanzia ovvero asilo e materna;
  • scuole primarie e secondarie di primo grado ovvero elementari e medie;
  • scuole secondarie di secondo grado ovvero le superiori.

Le detrazioni del 19% si applicano sia per le scuole statali che per quelle paritarie purché facciano parte del sistema nazionale di istruzione. Le spese ammesse alla detrazione sono:

  • le tasse di iscrizione e di frequenza;
  • i contributi per corsi come di lingue e teatro e per laboratori;
  • le spese per il trasporto scolastico anche se fornito da soggetti esterni alla scuola come privati o enti locali;
  • le spese per il servizio mensa rivolto agli studenti e gestito dalla scuola, dal Comune o da altri enti esterni.

Non sono invece detraibili le seguenti spese:

  • quelle per il materiale scolastico come i libri;
  • quelle per scuole estere.

Per quanto riguarda le modalità di detrazione, se la spesa è pagata direttamente alla scuola non serve la delibera. Nel caso in cui, invece, sia pagata a soggetti terzi, come ad esempio le agenzie di viaggio per le gite, sarà necessaria la documentazione che prova il legame con l’istituto. Qualora invece si tratti di pagamenti collettivi, servirà un’attestazione con i dati di ogni studente.

Per quanto tempo conservare le ricevute delle spese scolastiche

Le ricevute delle spese scolastiche si dovrebbero conservare per almeno 5 anni dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi in cui sono detratte. I motivi sono i seguenti:

  • per eventuali controlli fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate;
  • per eventuali richieste di rettifica, nel caso si rilevino degli errori sarà infatti possibile correggere la dichiarazione entro tale periodo.

Ecco un esempio:

Giacomo paga le rette di frequenza dell’asilo nido che rientrano tra quelle detraibili nella dichiarazione dei redditi. Deve conservare quindi, la fattura, il bollettino bancario/postale, la ricevuta o la quietanza di pagamento rilasciata dall’asilo. Se il pagamento è avvenuto invece con metodi tracciabili come il bonifico, la carta di credito o i sistemi digitali è sufficiente che conservi invece l’estratto conto di pagamento elettrico come PagoPa o in alternativa può presentare un’autocertificazione che attesti di non aver usufruito del bonus asilo nido.

Nel caso in cui tali ricevute non si utilizzino per le detrazioni, non si è obbligati a conservarle. Custodirle per 2 o 3 anni, però, potrebbe essere utile per eventuali verifiche o rimborsi.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link