il grande affare al centro dell’inchiesta che scuote Lecce. I nomi, le cifre e gli interessi


Si chiamano Pia – Programmi Integrati di Agevolazione e dal 2014 rappresentano un serbatoio profondissimo di fondi europei (Fondo europeo per lo sviluppo regionale e Fondo sociale europeo) dal quale la Regione Puglia attinge per agevolare, con percentuale media del 40% a fondo perduto, gli investimenti delle imprese: nel turismo come nella manifattura e nel segmento della ricerca. Soltanto per la nuova programmazione regionale 2021-2027, il budget stanziato ammonta finora a 55 milioni di euro, più del doppio di quello riservato nei precedenti sei anni.

L’indagine del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Lecce ha acceso il faro in particolare sul presunto intreccio affaristico che avrebbe condotto allo sblocco di ingenti risorse destinate in particolar modo al settore turistico, quello per il quale i Pia e i mini-Pia nel Salento ha catalizzato le maggiori attenzioni, con investimenti capaci nell’arco degli ultimi dieci anni di cambiare il volto al territorio.

Grazie alle agevolazioni, moltissimi imprenditori locali, ma anche settentrionali ed esteri hanno costituito società ad hoc e convertito in chiave turistica una quota consistente del patrimonio immobiliare locale, in stato di disuso o abbandono. Parliamo di masserie, palazzi storici di pregio o strutture alberghiere bisognose di restyling. Come, per esempio, quello progettato dalla società Rivabella srl – coinvolta nell’indagine con il commercialista Giovanni Rapanà -, per il quale la giunta regionale nel 2019 deliberò la concessione di 6,2 milioni di euro in agevolazioni Pia, a fronte di un investimento complessivo di 13,9. L’obiettivo dichiarato? Il “completamento dell’immobile esistente ed allo stato rustico, già destinato ad attività alberghiera, sito nel territorio del Comune di Gallipoli, in località Rivabella, allo scopo di realizzare un albergo con classificazione “4 stelle”, di capacità ricettiva pari a 122 camere, con ristorante, una sala congressi posta al piano interrato e un’area giochi all’aperto per bambini”.

Ma nel volume di edifici che nel tempo hanno attratto gli interessi degli investitori sono finiti anche vecchi cinema o conventi, istituti scolastici. Un filone immobiliare, quest’ultimo, che ha caratterizzato l’operatività di Luxury Class srl, una fra le altre società coinvolte nell’indagine, con il suo rappresentate legale, Marino Congedo, e l’avvocato Alfredo Barone, nel cui studio la società risulta “domiciliata”.

Premettendo di non avere al momento riferimenti diretti agli investimenti oggetto dell’indagine, ricordiamo che a fine 2024 Luxury Class ha terminato la costruzione di un grande residence ricavato negli spazi dell’ex multiplex Santalucia, nel quartiere San Lazzaro di Lecce. Un progetto ridimensionato (anche nel valore, 7,3 milioni in tutto, per 3 di agevolazioni) rispetto a quello alberghiero finanziato nel 2016. Vi hanno trovato sede 28 unità abitative per 68 posti letto. Appartamenti quasi tutti venduti.

Data la consistenza degli interventi, per ogni opera è risultata quasi sempre necessaria una conferenza dei servizi e una variante urbanistica. Al punto che, non di rado, le istruttorie si sono prolungate per diversi, in certi casi, anche oltre il termine consentito. Come è accaduto, per esempio, per la stessa Luxury Class srl con riferimento al progetto di realizzazione di un hotel a 5 stelle nell’ex Istituto delle suore Stimmatine. Un progetto in corso d’opera, nella centralissima via Trinchese, a Lecce. Gli operai sono ormai al lavoro da circa 7 mesi. Una struttura destinata alla gestione di una società del gruppo Alpitour. Due anni fa il salvataggio in extremis della dell’agevolazione pubblica di 6,8 milioni di euro per il complessivo investimento da 15,1 milioni di euro, ovvero 5 in più rispetto a quella concessa e poi decaduta nel 2019, a seguito del diniego dell’allora assessore regionale all’Urbanistica, Alfonso Pisicchio, pur in presenza di sentenza amministrativa favorevole alla società salentina amministrata da Marino Congedo.

Visibile talvolta solo dagli interventi sulle facciate, quello generato dai Pia è il più grande cantiere della città. Una macchina complessa alimenta questa maestosa opera di riposizionamento economico del territorio, strategico, silenzioso, forse nemmeno completamente pianificato, che, come abbiamo riportato in occasione del nostro servizio a marzo, dal 2022 – nel solo capoluogo salentino – ha attratto investimenti per 75 milioni di euro, agevolati dalla Regione con incentivi (Pia, Minipia, Titolo II, in via di erogazione) per 33 milioni di euro, in grado di implementare – entro il 2026 – la capacità ricettiva con circa 300 nuove camere e 650 nuovi posti letto, offrendo, nel contempo, a più o meno 120 persone un’opportunità di occupazione stabile e diretta.

Una caccia all’oro che, ancorché il soggiorno e il lavoro di chi ne beneficerà, alimenta a ritmo fenetico un permanente indotto composto da studi commerciali, di architettura, ingegneria, consulenza del lavoro, banche, società di costruzioni, agenzie immobiliari, catene alberghiere, tour operator e fornitori di ogni categoria merceologica che, ogni giorno, operano, duellando, all’interno di un sistema di relazioni fitto e di non facile accesso, per veicolare sui propri canali i copiosi flussi di investimento che provengono da tutto il mondo.





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