Battuta d’arresto per il restyling della Campagnetta: la società che aveva in carico i lavori è fallita. Si cerca ora una soluzione per proseguire la riqualificazione della grande area verde alle spalle di via Di Vittorio, estesa per oltre un chilometro fra l’abitato e la zona industriale. Uno spicchio di città che, strappato a un progetto edilizio che puntava a costruirvi delle case, è destinato a trasformarsi in uno spazio attrezzato, il parco Gustavo Hauser, con orti urbani, camminamenti, una zona giochi e delle panchine.
“I lavori sono stati in buona parte realizzati, ma la messa in liquidazione giudiziale, da parte del tribunale di Milano, della ditta che aveva in capo l’intervento impone di cercare nuove strade per completare l’opera, finanziata con fondi Pnrr per 990mila euro – conferma l’assessore ai Lavori pubblici Massimiliano Mistretta -. Il Comune sta valutando, anche tramite i propri legali, tutte le azioni vòlte alla tutela dell’interesse pubblico, anche in virtù del fatto che si tratta di un’opera sostenuta dal Pnrr, che impone dunque precisi tempi di realizzazione e rendicontazione”.
“Contatteremo le imprese che si sono piazzate al secondo e terzo posto nella gara d’appalto, per valutare la possibilità di un eventuale subentro – prosegue Mistretta -. In alternativa, verranno intavolate delle trattative con altre imprese, sempre con l’intento di consentire il prosieguo dei lavori. Ribadiamo la volontà di portare a termine un’opera che riteniamo strategica per il quartiere Di Vittorio e la città. Al netto dei lavori che sono già stati eseguiti, all’appello mancano la posa di alcune pavimentazioni e dell’area ludica”.
La battaglia per preservare la Campagnetta dal cemento, e invocarne un rilancio, è stata lunga. Risale al 2009 la raccolta di 2mila firme, da parte del comitato “Giù le mani dalla Campagnetta”, per chiedere la salvaguardia di quest’area contro un’ipotesi urbanistica che ventilava di trasformarla in un agglomerato di appartamenti per 700 nuovi abitanti. Una mobilitazione partita dal basso, che ha assunto connotati bipartisan (da Rifondazione comunista alla Lega Nord) e che alla fine ha visto trionfare le ragioni di chi chiedeva di tutelare il sito. Solo nel 2023, però, sono partiti i lavori di restyling. Lavori che già l’anno scorso avevano subìto qualche temporaneo intoppo, fino all’attuale stop.
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