Bufera Ausl sugli appalti, sotto accusa le Case di comunità


Dopo il caso Radiologia e l’arresto di un primario per violenza sessuale e stalking, una nuova inchiesta scuote la sanità pubblica piacentina.

Al termine di un’indagine durata oltre un anno e mezzo, la Guardia di Finanza ha notificato 20 avvisi di conclusione indagini a dirigenti, funzionari e dipendenti dell’Ausl di Piacenza (tra cui anche un primario), oltre che a manager di aziende private, anche multinazionali. Le accuse spaziano dal peculato alla turbativa d’asta, dal falso ideologico in atto pubblico all’esercizio abusivo della professione. Nel mirino degli inquirenti la gestione di appalti pubblici per circa 7 milioni di euro e l’impiego di fondi Pnrr per altri 17 milioni, destinati alla costruzione e riqualificazione di strutture sanitarie territoriali. Tra gli indagati figura anche la direttrice generale dell’Ausl, Paola Bardasi, accusata di turbativa d’asta – in relazione all’acquisto di un tomografo – e di peculato per un uso giudicato improprio dell’auto di servizio. L’inchiesta, avviata dalla procura con il supporto del nucleo di polizia economico-finanziaria della Finanza, ha utilizzato intercettazioni, perquisizioni, analisi di tabulati e testimonianze.

  Secondo gli investigatori, è emerso “un quadro di irregolarità sistematiche nella gestione delle procedure di acquisto”, con affidamenti diretti reiterati, proroghe ingiustificate e gare d’appalto pilotate, che avrebbero favorito imprese compiacenti. I fatti contestati coprono il periodo 2021-2024. Particolari criticità sono state riscontrate nella gestione di quattro progetti finanziati con fondi Pnrr, relativi alla realizzazione di tre Case della Comunità a Piacenza (via Gadolini), San Nicolò e Fiorenzuola. Per non rischiare di perdere i finanziamenti, alcuni dirigenti avrebbero attestato falsamente la conformità dei progetti, pur in presenza di difformità e criticità. Le condotte contestate vanno dalla falsificazione dei quadri economici all’irregolare validazione dei progetti. Per la Casa di Comunità di via Gadolini sarebbero stati attestati falsamente 11,2 milioni di euro di investimenti, suddivisi tra la Casa della Comunità (6,2 milioni) e l’Ospedale di Comunità (5 milioni). A San Nicolò il falso riguarderebbe l’estensione della superficie su cui è stato avviato il cantiere; a Fiorenzuola, difformità nei costi. Le Fiamme Gialle sottolineano come le condotte contestate non solo violino le regole di trasparenza e concorrenza, ma minino la fiducia dei cittadini nel sistema sanitario. L’accesso alla banca dati ReGiS – piattaforma nazionale di controllo dei fondi Pnrr – ha permesso un ulteriore rafforzamento delle attività di verifica, grazie alla collaborazione con la Ragioneria dello Stato. L’inchiesta, ancora coperta da riserbo nei dettagli, rappresenta secondo la procura un caso esemplare di mala gestione della cosa pubblica, con gravi ricadute sulla qualità dei servizi sanitari e sull’efficienza nell’utilizzo delle risorse europee.   

“Sono arrivata alla guida di questa azienda a fine 2022 e, da allora, ogni giorno ho lavorato con il massimo impegno per questa comunità, con l’obiettivo di migliorare i servizi e rafforzare la fiducia dei cittadini. Alcuni dei fatti oggi oggetto di attenzione risalgono a un periodo precedente alla mia nomina. Proprio per questo, desidero essere ascoltata il prima possibile, certa che emergeranno con chiarezza il rigore e la trasparenza che hanno sempre guidato il mio operato indirizzato ad un profondo cambiamento che ho in parte già realizzato. Esprimo la mia vicinanza e la mia stima a tutte le persone che ogni giorno, con dedizione, serietà e senso del dovere, contribuiscono al buon funzionamento dell’Azienda Sanitaria. La nostra è una realtà complessa, che coinvolge circa 4.000 professionisti: una vera e propria città fatta di competenze, impegno e responsabilità condivisa. È proprio grazie a questo patrimonio umano che l’azienda continua a prendersi cura dei cittadini, anche nelle situazioni più complesse. Non voglio che sia oscurato il lavoro quotidiano della stragrande maggioranza degli operatori. Mi sento profondamente al servizio di questa comunità e del sistema sanitario regionale, di cui sono orgogliosa di far parte”  



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