Critical medicines act: Egualia chiede misure concrete per l’Italia


In occasione dell’audizione informale presso la Commissione Politiche Ue della Camera, Egualia ha presentato una serie di richieste mirate in relazione alla proposta di Regolamento europeo sull’approvvigionamento di medicinali critici. L’associazione, rappresentante delle aziende produttrici di farmaci equivalenti, biosimilari e value added medicines, in una nota diffusa l’11 giugno 2025 ha paventato la necessità di interventi concreti per garantire efficienza e solidarietà a livello continentale. Tra le priorità, gli incentivi alla produzione industriale finanziati da fondi europei, con criteri di accesso semplificati e privi di limitazioni geografiche.

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Disposizioni penalizzano le imprese italiane

Egualia ha evidenziato come le attuali disposizioni penalizzino le imprese italiane, concentrate prevalentemente nel centro-nord, e ostacolino gli investimenti delle Pmi. La proposta prevede l’abbassamento della soglia minima di investimento, attualmente fissata a 20 milioni di euro, per favorire una maggiore partecipazione delle piccole e medie imprese. Un altro punto riguarda la revisione della lista europea dei farmaci critici, che include attualmente 288 prodotti. Egualia sostiene la necessità di una scrematura per ottimizzare l’allocazione delle risorse, allineandosi alle indicazioni della Critical Medicines Alliance. Inoltre, l’associazione ha sollecitato una regolamentazione delle iniziative nazionali in materia di stockpiling, promuovendo un approccio coordinato a livello europeo.

Sostegno alla produzione farmaceutica europea

Michele Uda, direttore generale di Egualia, ha sottolineato che «il Critical medicines act (Cma) ha come primo obiettivo quello di offrire sostegno alla produzione farmaceutica europea e rappresenta una preziosa occasione per riuscire ad affrontare la crisi legata alla sostenibilità della produzione industriale su larga scala, soprattutto laddove moltissimi farmaci, anche essenziali, vengono acquistati a prezzi negoziati talmente bassi da non coprire i crescenti costi di produzione».

Rischi derivanti dal mancato aggiornamento delle regole economiche

Uda ha poi precisato che «senza un aggiornamento delle regole economiche di prezzo, rimborso e acquisto pubblico, ogni intervento sarà inefficace. In particolare: i rischi di carenza dovrebbero essere considerati nella definizione di prezzo e rimborso o nel suo adattamento quando sotto la sostenibilità industriale, le gare pubbliche dovrebbero premiare l’offerta economicamente più vantaggiosa, non solo il prezzo più basso e prevedere l’obbligo di selezione di più aggiudicatari, il payback farmaceutico, sia per acquisti diretti che nella convenzionata, va riconsiderato per i farmaci essenziali e fuori brevetto, oggi penalizzati da prelievi non sostenibili. Azioni queste che non hanno bisogno del nuovo Regolamento Europeo per essere intraprese, ma ne rappresentano il contesto imprescindibile».



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