Dazi Usa, per l’Italia 70 mila posti a rischio e 18 miliardi di perdite. «Ma anche l’Europa tolga le barriere interne»


di
Claudia Voltattorni

Il Focus Confcooperative-Censis sull’impatto della nuova politica commerciale Usa: «Scenario preoccupante». Effetto domino per tutta l’economia. Ma il mercato unico dell’Europa resta un’incompiuta

Quasi 70mila posti a rischio e 18 miliardi di euro di perdite a causa dei dazi Usa. Uno «scenario preoccupante» che andrà a colpire tutti i settori più importanti, dall’alimentare alla fabbricazione di macchinari, dal tessile alla produzione di metalli e l’impatto «non si fermerebbe all’industria» ma colpirebbe «trasversalmente l’economia italiana, investendo anche settori apparentemente lontani dal commercio internazionale» con un «effetto domino» che coinvolgerebbe la produzione agricola (-3.560 posti a rischio cui vanno aggiunti i -2.820 dell’industria alimentare), il commercio all’ingrosso (-3.260), i servizi amministrativi e di supporto alle imprese (-3.210) e persino i servizi legali e contabili (-2.630).
L’allarme è contenuto nel nuovo Focus Censis Confcooperative “L‘Italia stretta tra dazi e dipendenza strategica” sull’impatto occupazionale ed economico della guerra commerciale scatenata da Donald Trump.

Le «barriere» dell’Europa

Ma non ci sono solo i dazi Usa a preoccupare. Secondo lo studio Confcooperative-Censis anche le norme europee diventano ostacoli burocratici e normativi che equivalgono a un dazio del 44% sugli scambi di beni tra Stati membri e del 110% sui servizi . Per il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini «all’Europa continua a mancare una visione politica ed economica di sistema: se riuscisse ad abbattere le barriere interne, la produttività aumenterebbe del 7% nel lungo periodo, riducendo il gap con l’economia americana».  Servirebbe, secondo Gardini, «una maggiore integrazione normativa e infrastrutturale: il mercato unico Ue resta ancora incompiuto e le barriere interne frenano la nostra crescita».




















































A rischio i più piccoli

E come un effetto domino, la combinazione di dazi Usa e barriere Ue metterebbe a rischio, evidenzia il Focus, soprattutto le aziende più piccole per le quali la perdita di posti di lavoro si tradurrebbe in chiusura definitiva.  «È a rischio la tenuta di interi sistemi locali, che reggono su reti cooperative, artigiane e industriali costruite in decenni di politiche di export e di internazionalizzazione» avverte il Focus che sottolinea come intanto l’incertezza aumenta con fluttuazioni dell’export italiano verso gli Usa che vanno dal -9,6% di febbraio al +41,2% di marzo, e infine -1,9% di aprile.

«Europa fragile»

E intanto, dice Gardini, «l’assenza di un mercato pienamente integrato rende l’Europa più fragile». Con i singoli Stati a subire quasi per intero fluttuazioni e incertezze. Come sta accadendo con la crisi energetica: «I prezzi  dell’elettricità sono schizzati in modo disomogeneo tra i vari Paesi – sottolinea il Focus – dimostrando l’urgenza di una politica energetica comune».

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12 giugno 2025



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