Gerard Zondervan, direttore di AI Armaments, ha avviato a Tilburg una fabbrica per la produzione di
droni da combattimento e difesa, che impiegherà centinaia di persone entro la fine dell’anno, dice NOS.
Il nuovo obiettivo della NATO prevede che gli stati membri spendano il 5% del PIL per la sicurezza:
3,5% per la difesa diretta e 1,5% per la resilienza civile. L’Olanda ha già deciso di aumentare il proprio budget con
19 miliardi di euro.
“Non mancano soldi né ordini”, afferma Zondervan, ma resta difficile trovare personale qualificato e spazi per la produzione di esplosivi.
Inoltre, molte banche rifiutano di lavorare con imprese del settore armamenti, soprattutto se si tratta di droni d’attacco.
Le aziende tradizionali, come Rheinmetall (produttrice dei Leopard e del veicolo Boxer), hanno meno ostacoli, ma sono spesso sovraccariche di ordini: Zondervan parla di una “lista d’attesa di dieci anni”.
Il Ministero della Difesa olandese è il principale cliente per i produttori di armi, ma finora ha favorito processi lenti e razionali, più attenti alla qualità che alla rapidità. Tuttavia, con l’attuale contesto bellico e le pressioni NATO, anche la burocrazia militare sta cambiando:
Zondervan critica la lentezza delle procedure, sottolineando che l’omologazione di una nuova munizione può richiedere
fino a sette anni. In un’epoca di rapida innovazione sul campo di battaglia, questo non è più sostenibile. Le
start-up come la sua vogliono colmare questo vuoto, sviluppando in autonomia competenze tecnologiche.
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