Intesa limitata a 25 Stati sullo stop al gas russo. No di Orban e Fico


BRUXELLES – I ministri europei dell’Energia riuniti al Consiglio Ue a Lussemburgo non sono riusciti a trovare un accordo unanime sulle conclusioni politiche relative alla sicurezza energetica, con un riferimento a sostegno del piano Ue per tagliare le forniture di gas e petrolio dalla Russia. A opporsi sono state Ungheria e Slovacchia. La presidenza di turno, guidata dalla Polonia, ha quindi adottato il testo con il sostegno di 25 Paesi. Domani la Commissione Ue presenterà la sua proposta legislativa vera e propria per l’eliminazione graduale delle importazioni energetiche russe.

Le conclusioni della presidenza polacca, alla guida del semestre Ue, ribadiscono l’impegno dell’Europa nella trasformazione strutturale del proprio sistema energetico, puntando su competitività, sostenibilità, sicurezza e semplificazione. Al cuore di questa transizione vi è la piena attuazione dell’Unione dell’energia, attraverso la riduzione delle dipendenze strategiche e investimenti in infrastrutture chiave. In risposta alla guerra russa in Ucraina e ai rischi geopolitici globali, l’Ue punta a rafforzare il proprio sistema di sicurezza energetica, anche attraverso il sostegno all’Ucraina e alla Moldavia, il potenziamento delle loro reti e l’allineamento normativo con il diritto comunitario.

Sul fronte interno, Varsavia rilancia la necessità di ridurre gli oneri burocratici per Stati membri, imprese e cittadini, con strumenti come i pacchetti omnibus, senza però compromettere gli obiettivi climatici né la stabilità del mercato. In parallelo, gli Stati possono introdurre misure temporanee di sostegno per famiglie e imprese colpite dai prezzi elevati.

Il 6 maggio, nell’ambito del RePowerEu, la Commissione europea ha pubblicato una roadmap con nove azioni per eliminare le importazioni di energia dalla Russia: tra le priorità della presidenza polacca, figurano la fine della dipendenza energetica da Mosca, la riduzione dei prezzi e un quadro normativo rinnovato per infrastrutture moderne e un’energia pulita equamente distribuita in tutta l’Unione.

“Abbiamo posto il veto” al testo “che esortava la Commissione europea a procedere con il piano per vietare il gas e il petrolio russi”, ha annunciato su X il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, sottolineando che “la politica energetica è di competenza nazionale” e l’iniziativa Ue “mette a repentaglio la sovranità e sicurezza energetica” ungherese e indicando che la decisione è stata presa anche in virtù “dell’escalation in Medio Oriente”.

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