Confindustria e l’Europa delle imprese


ANCONA – L’Europa che cambia, le difficoltà e le opportunità per le piccole e medie imprese, i vantaggi strategici per le Marche come ponte verso i Balcani, le sfide normative europee e la necessità di semplificare la burocrazia per favorire la competitività delle PMI. Ma anche l’importanza di un approccio più pragmatico alle politiche europee, con particolare attenzione alle esigenze delle imprese: sono i temi che hanno caratterizzato “Linea diretta con l’Europa“, il convegno organizzato da Confindustria Ancona che si è tenuto ieri pomeriggio 19 giugno al SeeBay Hotel di Portonovo. Due ospiti d’eccezione hanno animato la tavola rotonda davanti a un auditorium gremito: Fabrice Le Saché, presidente comitato PMI business Europe e vicepresidente di Medef, la Confindustria francese, e Stefan Pan, vicepresidente Confindustria per l’Unione Europea e il rapporto con le confindustrie europee. Dopo gli interventi di Giulia Fanesi e Giorgio Moretti, rispettivamente presidente giovani imprenditori e presidente piccola industria Marche, ha portato i saluti del presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli. Tra gli ospiti del pomeriggio anche Irena Brajovic, direttore Confindustria Serbia e direttore Confindustria Est Europa, oltre a Diego Mingarelli, presidente di Confindustria Ancona, e Carlo Ciccioli, europarlamentare. Ha moderato l’incontro Filomena Greco, giornalista del Sole 24 Ore.

Giulia Fanesi ha sottolineato come la sua generazione, quella Erasmus, rappresenti i primi europei che hanno avuto la possibilità di uscire dai confini per studiare e fare esperienze. Ha evidenziato che si tratta di una generazione già nata in un contesto globale, ma che oggi si trova ad affrontare una crisi in cui molti valori fondamentali vacillano: «L’Europa deve trovare qui la sua America. Servono regole più semplici, per renderla attrattiva, e dobbiamo farlo ora perché non abbiamo tempo di aspettare». Giorgio Moretti ha posto l’accento sulla particolare posizione geografica del territorio marchigiano, spiegando come l’Europa si stia aprendo significativamente verso est, verso i Balcani. Il presidente della piccola industria ha ricordato che nei prossimi anni entreranno Albania e Montenegro, e che la regione ha una posizione geografica importante per dialogare con i Balcani, da dove può passare gran parte dello sviluppo futuro. «Stiamo recuperando un gap strutturale con le infrastrutture, porto, aeroporto, interporto – ha detto Moretti –, e ci troviamo in una posizione geografica particolare. Abbiamo tutte le carte da giocarci per accompagnare anche le aziende del sistema Paese verso i Balcani». Irena Brajovic ha confermato l’importanza cruciale delle infrastrutture delle Marche e dei collegamenti tra le due sponde dell’Adriatico. La direttrice ha spiegato che dai Balcani arrivano investimenti forti, ma che c’è bisogno di collegamenti con l’Europa, primo partner per l’interscambio commerciale. Ha evidenziato come i flussi di merci debbano arrivare ai clienti in modo veloce e preciso, e come i Paesi in preadesione siano molto interessati a utilizzare queste infrastrutture per ottenere meno rischi per gli imprenditori e minori ostacoli doganali.

Fabrice Le Saché ha concentrato il suo intervento sulle regole europee, che secondo lui vanno cambiate con il contributo e la visione delle imprese. «Negli anni abbiamo capito che non possiamo aspettare le regole che arrivano dall’alto, abbiamo deciso di cambiare le cose e dopo due anni di lotta, grazie anche alle alleanze con le camere di commercio e con altre associazioni, abbiamo finalmente cambiato rotta. Dobbiamo provare a cambiare la macchina europea, ci abbiamo messo due anni, ma dobbiamo farlo. Dobbiamo lavorare con altri, in Europa, cercando di stare insieme uniti il più possibile, dobbiamo fare lo sforzo di capirci e non so come si fa a capire se non si va a vedere, a incontrare, a parlare negli altri Paesi. Non possiamo controllare oggi cosa si fa a Washington o Pechino, dobbiamo fare azioni a Roma, Parigi, Bruxelles, non andiamo veloci ma siamo 27 Paesi e dobbiamo decidere insieme, con le nostre differenze. Se la Cina vuole venire qui deve rispettare le nostre regole. Dobbiamo costruire un mercato interno europeo senza fare protezionismo, dobbiamo essere aperti a investimenti degli altri Paesi europei».

Stefan Pan e la sua visione europea che può sbloccare un grande potenziale negato per anni hanno concluso la parte centrale del convegno: «Il filo diretto con l’Europa c’è se è filo diretto con le imprese – ha detto Pan – . Se lo recuperiamo abbiamo di fronte a noi un potenziale straordinario. Stiamo perdendo pezzi di industria. Le Pmi sono a rischio, le grandi aziende possono spostarsi in altri continenti, le piccole non lo possono fare. L’Europa è l’America, è la nostra casa, abbiamo raggiunto 626 miliardi di esportazioni nonostante i nostri costi dell’energia, immaginiamo quanto possiamo correre se togliamo i lacci. Sono le persone che cambiano le istituzioni, la grande sfida è tornare a far capire che c’è una grande volontà di correre, ma lasciatecelo fare. Dobbiamo cercare di giocare d’anticipo, il momento è opportuno, la Commissione Europea è nuova, come Confindustria siamo presenti a Bruxelles come non mai, le cose facciamole bene e risparmieremo tanti problemi. Possiamo avere il continente più forte di tutti».





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