Il rapporto Bankitalia . L’Umbria cresce poco: “Un’economia debole”


L’Umbria cresce, ma lentamente. Nel 2024 l’economia regionale ha segnato un incremento del Pil dello 0,7 per cento, un dato in linea con la media nazionale, ma che evidenzia ancora una volta le debolezze strutturali che frenano lo sviluppo del territorio. La “sentenza” è nel rapporto di Bankitalia sull’economia umbra presentato a Perugia, che mette in luce “una ripresa sbilanciata, sostenuta quasi esclusivamente dalla investimenti pubblici legati al Pnrr, mentre i consumi interni e la domanda privata di investimenti restano su livelli modesti”.

Preoccupa la tenuta del sistema produttivo: per il secondo anno consecutivo le cessazioni d’impresa hanno superato le nuove iscrizioni, a differenza di quanto avvenuto nel resto del Paese. A ciò si aggiunge un contesto internazionale instabile, che alimenta incertezza tra gli operatori economici: l’Umbria, infatti, è particolarmente esposta al mercato statunitense, al quale è destinata una quota significativa delle esportazioni regionali. “Un eventuale inasprimento delle politiche commerciali – emerge dal rapporto -, soprattutto tra Stati Uniti ed Europa, potrebbe avere ricadute dirette sulle imprese locali”.

Buon notizie per l’agricoltura, tornata a crescere anche grazie a condizioni meteo favorevoli. L’industria, invece, continua a perdere terreno sul mercato interno, mentre sul fronte estero si osserva una ripresa dell’export. La manifattura resta in difficoltà: debolezza della domanda, utilizzo ridotto della capacità produttiva e maggior ricorso alla Cassa integrazione sono segnali di una ripresa ancora fragile. Anche in presenza di liquidità e condizioni di credito più favorevoli, molte imprese scelgono di rinviare nuovi investimenti.

Fa eccezione il comparto delle costruzioni, che ha mantenuto un apporto positivo, sebbene in rallentamento rispetto agli anni precedenti. “La riduzione degli incentivi fiscali, infatti – ricorda la Banca d’Italia – è stata controbilanciata dall’accelerazione della spesa pubblica per infrastrutture e per gli interventi di ricostruzione post-sisma. Il terziario mostra un andamento moderato, ma resta sostenuto dal buon andamento del turismo, che coinvolge tutto il territorio regionale. Cresce, infine, il peso dell’economia sociale, che amplia la sua offerta di servizi ed esercita un impatto crescente sul tessuto locale”.



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