Cortina, aziende in fuga dai lavori per la nuova cabinovia: «Uno sfregio ambientale». Allarme gare deserte per le Olimpiadi 2026


Dopo le proteste dei cittadini nessuna ditta ha presentato offerte per costruire l’impianto Apollonio-Socrepes. La Simico: «Pronti a valutare l’affidamento diretto»

Nessun offerente. È andata deserta la gara per l’affidamento dei lavori di costruzione della nuova cabinovia Apollonio-Socrepes che dovrebbe sorgere a Cortina d’Ampezzo in vista dei prossimi Giochi olimpici invernali. Lo ha reso noto la stessa Società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 (Simico), cercando di guardare avanti: il commissario e Ad Fabio Massimo Saldini, si fa sapere, «procederà nei prossimi giorni, in linea con quanto previsto dalla normativa, all’attivazione delle possibilità previste per l’affidamento dell’intervento così da garantire l’avanzamento dell’opera nei tempi programmati». Anche perché all’apertura dei Giochi, ormai, mancano meno di 8 mesi. Ma quella cabinovia sconta secondo Il Fatto Quotidiano un difetto “congenito” che la rende inevitabilmente poco attraente per le aziende: è un impianto «usa e getta». Altrimenti detto, servirebbe solo per la durata dei Giochi a trasportare in quota i tifosi (sino a 2.500 persone l’ora) interessati a seguire le gare di sci alpino femminile. E dire che per l’appalto da 24 milioni di euro più l’Iva almeno due società avevano rappresentato un interesse iniziale nella fase di pre-gara, stando a un’anticipazione di alcuni mesi fa del Corriere delle Alpi.

Le proteste dei cittadini e le difficoltà tecniche

Quelle premesse non erano sufficienti perché l’interessamento si trasformasse in offerte tecniche ed economiche concrete, evidentemente. Anche perché nel frattempo contro l’impianto si sono messi in moto alcuni cittadini di Cortina: in particolare quelli a cui per far posto alla cabinovia dovrebbe venire abbattuta la casa o lo studio veterinario. «Una violenza al nostro territorio e uno sfregio ambientale», ha definito senza mezzi termini il progetto il Comitato Civico Cortina in una lettera inviata proprio alle aziende dettesi inizialmente interessate. S’aggiunga, ricostruisce Giuseppe Pietrobelli sul Fatto, che i lavori di costruzione del futuribile impianto s’annunciano particolarmente complessi sul piano tecnico, considerato che la zona su cui dovrebbero insistere i piloni è caratterizzata da un profondo movimento franoso, tale da spostare in passato il corso di una strada.

Le altre gare deserte

Ad andare deserte in vista di Milano Cortina 2026 sono comunque andate diverse altre gare: a Livigno, solo pochi giorni fa, quelle per la realizzazione di un impianto di collegamento e di un parcheggio da 300 posti auto; a Baselga di Piné per due volte quella per l’impianto di pattinaggio; a Verona quella per migliorare l’accessibilità dell’anfiteatro romano a beneficio degli atleti paralimpici. «L’impegno per la piena riuscita dei Giochi olimpici e paralimpici Milano Cortina 2026 prosegue con determinazione per assicurare il completamento delle infrastrutture necessarie a potenziare l’accoglienza, la fruibilità e il futuro del territorio», scrive la Società che bandisce le gare d’appalto. Ma è una corsa (a ostacoli) contro il tempo.

Foto di copertina: ANSA / ANDREA SOLERO | L’inaugurazione della pista di bob a Cortina d’Ampezzo – 25 marzo 2025.



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